La civiltà della parola
Dalle Relazioni della Giuria del Premio "Ciro Coppola"

Il bando ha avuto ampia rispondenza da parte di studenti italiani che hanno apprezzato l’iniziativa e dimostrato con la loro partecipazione di gradire l’occasione che loro si forniva di testimoniare un loro travaglio spirituale quale è quello che un componimento poetico comporta e di confrontarsi a livello nazionale in una ideale palestra letteraria. (…)

Pur nella fase delicata che la scuola attraversa, i risultati emersi consentono di affermare che una solida tradizione culturale e letteraria opera ancora nei giovani più maturi e sensibili, che l’attenzione introspettiva e che l’esigenza espressiva e di comunicazione sono vive nella generazione emergente dalla crisi presente. Anzi è motivo di fiducia rilevare una tensione morale circolante in molti componimenti mentre scarse risultano le voci di negazioni dei valori e di protesta smarrita o disperata.

 

Edoardo Malagoli, 1978 I

 

 

…ideato con felice intuizione da un gruppo di giovani e tradotto in realtà organizzativa con la determinazione che l’entusiasmo sa dare, esso è diventato ormai una istituzione nazionale ed aperta ai valori culturali ed artistici, una opportuna occasione per esprimere stati d’animo ed aspirazioni, per misurare un impegno creativo con piena libertà di voce in quanto il Premio è immune da ogni interferenza ideologica o politica.

Di fronte ad una adesione tanto vasta e consenziente e tenendo presente l’odierna tendenza dei giovani alla comunicazione, al confronto, alla conoscenza reciproca, il pensiero corre più avanti nel tempo e vien fatto di domandarsi quali risonanze un Premio del genere potrebbe avere qualora fosse aperto ai giovani di tutta europa.

Edoardo Malagoli, 1980 III

 

 

E’, quindi, auspicabile che le varie edizioni del “premio” possano rappresentare una significativa traccia per disegnare l’andamento del modo di sentire dei giovani in rapporto alla propria epoca.

 

Vincenzo Mennella, 1981 IV

 

 

E’ noto come la scomparsa di Ciro abbia costituito l’atto di nascita di quest’albero maestoso che continua a produrre gemme delicate, variopinte ed olezzanti. Ravvivare a mezzo del Premio il ricordo di quel giovane socio che tante energie profuse, significa farlo rivivere sulle note di un motivo che diviene eco della sua anima, tenue eppure saldo legame con la vita che ferve, conforto di esistenze segnate dall’angoscia. Insegnare poi ai giovani che il nostro inquieto tempo può offrire ancora motivi di poesia, che la poesia è vita, perché nel reame della fantasia e dell’illusione dà vita a ciò che sembra perito per sempre, che proprio nella poesia è possibile rinvenire una ragione di vita: ecco l’ideale che l’Associazione con ininterrotto entusiasmo persegue!

Tener desta la fiamma della poesia perché tutti i giovani ne traggano luce, calore e sprone nella lotta quotidiana contro le insidie sempre più subdole del mondo d’oggi: ecco il programma!

 

Nunzio Albarelli, 1982 V

 

…questo Premio continua ad interessare gli studenti che trovano in esso un’occasione ed uno stimolo per esternare i loro stati d’animo, per vagliare le loro capacità espressive e contribuire in tal modo anche a faro conoscere gli umori dei giovani, le loro idealità come le loro ansie, oltre che il grado della loro iniziazione letteraria.

Edoardo Malagoli, 1984 VII

 

 

Nato dalla scuola e per la scuola questo premio, è bene sottolinearlo, si differenzia nettamente da tutti gli altri perché non intende mescolarsi con quelli di cui “l’industria culturale” vigente è prodiga, bensì fornire ai giovani un’occasione e uno stimolo a misurare le loro capacità espressive, a dar voce ai loro affetti, a confrontare le loro esperienze di vita e di studio.

Edoardo Malagoli, 1985 VIII

 

 

Risulta evidente come il “premio” porga agli studenti un invito e uno stimolo ad esprimere i loro sentimenti, un impegno a dare testimonianza dei loro orientamenti e della loro sensibilità letteraria, a ritrovare nel discorso poetico quella civiltà della parola che tanta parte ha nell’elevazione dell’uomo e della sua storia.

Edoardo Malagoli, 1987 X

 

 

Il numero dei partecipanti al concorso è risultato ancora superiore a quello delle edizioni precedenti, a conferma del grande favore che l’iniziativa continua a suscitare tra gli studenti italiani di tutti gli indirizzi scolastici, ribadendo, se ancora ve ne fosse bisogno, il valore culturale di un invito che colloca l’espressione letteraria al centro della formazione spirituale dei giovani più sensibili alla civiltà della parola.

Edoardo Malagoli, 1991 XIV

 

 

…ha trionfato la poesia. E’ riuscita infatti ancora una volta a suscitare entusiasmi, a coagulare energie, a ravvivare valori, a fornire indicazioni, a diffondere speranze. Ha così espletato la sua funzione evocatrice, profetica ed insieme consolatrice di una società sempre più contrassegnata dal disordine, dal pressappochismo, dalla sfiducia.

Nunzio Albanelli, 1992 XV

 

 

Ancora una volta si è potuto costatare in tutte le composizioni una chiara consapevolezza del ruolo che il giovane vuole avere nella società in un momento di grandi sommovimenti e del desiderio che da questi non abbiano ad essere travolti i valori che rendono la vita degna di essere vissuta. Non è certo una ricerca facile, né sempre riesce il giovane di illuminare l’immediato futuro di quella luce di speranza che dà forza di dominare, se non governare, i momenti difficili che caratterizzano la nostra epoca.

Vincenzo Mennella, 1993 XVI

 

 

I componimenti pervenuti e che sono stati oggetto di attenta lettura da parte della Giuria sono numerosissimi come sempre. Segno, questo, che la poesia e i valori di cui essa si fa interprete genuina e severa sono sempre vivi nell’animo dei giovani.

Una comparazione, sempre auspicabile, del prodotto di tutte le edizioni, dalla più remota a quello più attuale, potrebbe consentire di disegnare idealmente il lento procedere della trasformazione della società e del modo di porsi di fronte ad essa e in essa da parte dei giovani. (…)

Ovviamente, di queste brevi considerazioni, non è che si possano cogliere gli spunti di un’unica composizione, ma ci si deve porre in un’ottica complessiva, immaginando che tutti i ragazzi abbiano scritto quasi un poema a più mani, costituito dall’insieme della produzione, in cui tuttavia, ognuno è stato libero di esprimere un tratto della sua identità, collocandola nel suo ambiente e nella sua condizione particolare. Come sarebbe interessante riunire, in una ideale assemblea autogestita, tutti i giovani autori, per consentire di confrontarsi tra loro e tentare, pur senza mai confondersi e rinunziare alla propria irripetibile individualità, il ritratto più coerente possibile del giovane oggi!

E’ la lettura di queste centinaia di poesia, fatta in maniera pressoché sincronica ha dato alla Giuria l’immagine dello svolgersi di questa assemblea ideale.

Vincenzo Mennella, 1994, XVII

 

 

Quasi tutti i partecipanti dànno l’impressione di avere la passione per lo scrivere, il brivido di poetare, con l’intenso e costante desiderio di voler creare e, a volte, provano la sorpresa d’esserci riusciti. Noi tutti, d’altronde, siamo poeti di noi stessi e possediamo il germoglio creativo dei pensieri.

 

Giovanni Castagna, 1998 XXI

 

 

Non poesia d’evasione né poesia impegnata, non struggente nostalgia per Eden sempre perduti né esercizi di stile, ma quali pagine di confessioni, ora timide ora più o meno teatrali, ove non sempre traspare una discreta sensibilità né sempre sono ricche di sobrietà e aliene da parole ad effetto. Confessioni che rivelano anime inquiete, commuovono e dànno da riflettere.

Questi giovani, infatti, non sono poi tanto diversi d quelli che ogni giorno vediamo baldanzosamente e a volte pericolosamente sfrecciare sui loro motorini o scooter, spavaldi e sicuri, e non ci accorgiamo che per lo più è solo apparenza o reazione, né riusciamo a renderci conto della loro inquietudine, né della loro continua, incessante ricerca dell’epifania che cancelli il turbamento e ridoni la speranza.

 

Giovanni Castagna, 1999 XXII

 

 

Non poche composizioni concorrono a dare la rappresentazione dei momenti caratterizzanti della società, con particolare riferimento alla condizione giovanile, tuttavia, predomina com’è naturale, il sentimento d’amore e la sua attesa, sentimento espresso in tutte le sue sfumature e le sue ansie. Ha compito, soprattutto quest’anno, l’espressione timida, pudica di questo sentimento: tocchi tenui, ma vibranti. (…)

Componimenti dallo stile riposante accanto a forme nuove; liriche sul filo dell’intimismo che pur si proiettano sul mondo d’oggi in una comunicativa tensione con i valori quotidiani; toni d’epifania che si predispongono alla scoperta del prodigioso in cui cogliere i valori dell’esistenza; fascino di parole semplici e accattivanti ecco il mondo che si staglia dalle composizioni di questa XXIII edizione del Premio di Poesia “Ciro Coppola”.

Giovanni Castagna, 2000 XXIII

 

 

Indagati in ottica sociologica, i componimenti evidenziano una propensione al colloquio interiore, un’ansia di valori autentici, un abbandono quasi generale di quei grandi tempi che sembravano imporsi negli anni precedenti, come la precarietà della condizione umana, la commossa pietà per il prossimo, per il mondo dei diseredati, la guerra, la mafia, la droga…

Urge, invece, un ripiegamento, ora dolce e sommesso, ora sicuro, in se stessi, nell’espressione di un tormento esistenziale che a volte si compiace di teoremi, più o meno intellettualistici, della vita e sulla vita.

Giovanni Castagna, 2001 XXIV

 

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