Premio "Ciro Coppola" 1999

La capanna

Matteo Pasquini
Liceo Scientifico Statale "A. Einstein"
Rimini

Il Presidente della Pro Casamicciola T. premia il Vincitore

Ieri sono sceso al torrente
l’ampio sentiero di ghiaia
croccava sotto i passi pensanti,
mentre appena scalfito restava allora,
al tempo delle corse al permesso
incerto di mia madre, che dai vetri
aguzzava gl’occhi finché non sparivo:
giù per il crinale, poi fra l’erba,
in mezzo alle canne, fino al fiume.
Là erano già i miei compagni,
indaffarati tra i salici sul greto:
il mondo finiva e cominciava là,
fra l’oro del grano una lingua di verde:
il nostro impero.
E le corde, i teli, i paletti,
la capanna ci impegnava fino a sera,
e poi si correva a casa, in ritardo,
e la vedevo là, ai vetri, ancora,
quasi non si fosse mossa,
solo più lieta or che ritornavo.

Nell’aria umida d’ottobre
ho rivisto i campi, allora così grandi,
ora meno maestosi e, forse,
ma non me ne avvedo,
solo un poco più vecchi.
Scendo ancora e riconosco il punto,
qualche legno torto e degli stracci:
"la capanna" la si chiamava,
la sola ch’esistesse, la più bella:
ricordo le candele, per sederci un baule,
poi un giornale, un santino, quel che s’aveva.
Così è stato.
E mi volgo e torno indietro, ma più lento
cammino ora sull’erba alta e incolta,
tra il canneto folto, pieno di sterpi,
e poi per il crinale, che frana un poco
ad ogni mio passo, mai così pesante…
E finalmente torno a riveder
casa mia, ma alla finestra il lume è spento,
e più nessuno, ormai, che ancor m’attende.

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