Poesia segnalata ex-aequo al Premio "Ciro Coppola" 2005

Agonia d'una farfalla

Maria Rosa De Angelis
Istituto Magistrale Statale "G. De Nobili"
Catanzaro

Affilata e anestetizzante
pioggia di torpore
che asciuga, inaridisce
me e ciò che mi è vicino.

Granelli rossi di sole,
scottante polvere negli occhi,
inibitorio deserto,
impotenza e afa.

Voglia di piangere
rugiada sull'erba,
stanca e sfinita,
ostinatamente,
mi ritrovo a lottare
non so chi, non so cosa.

Estranea a me stessa.

Liberazione del caos
dalla morsa dell'inerzia,
è questo che voglio!

L'acqua mi scavi,
profondamente,
così che io possa disfarmi
dei granelli di questa tormenta
che da sempre mi tortura.

Incapace di spiccare il volo
con queste ali cucite tra loro,
sento il mio cuore
rifiutarsi di rallentare...
l'esplosione è imminente ma...

...ritorna a piovere noia
ritorna il nero torpore
tanto più cupo del bollore rosso del mio sangue
che riesce a soffocarlo,
congelarlo,
ma dal gonfiore dei miei occhi
si capisce cosa ho dentro
.
Nascere farfalla
in un mondo di cieche bisce,
che non sa
del colore e del volo..
...questa è la mia colpa!

La corsa delle lacrime
che il cielo fa cadere
s'illumina dell'iride
e la tramuta in canto.
Il fremito dell'acqua
dal vento accarezzata
scompone quel sereno
che balenava tra le nubi nere.
Primavera precoce
sollecita le viole,
sprona le margherite
e il vecchio sole stanco
si è frantumato vinto
in tanti fiori gialli
sul mio prato.


Giudizio della Giuria Tecnica

Racchiusa in un bozzolo, che un lessico preciso singolarizza insensibile ad ogni sensazione e che, come camicia di forza (noia, torpore, inerzia), rende impossibile ogni metamorfosi, ogni tentativo di vita e di sogno, la crisalide urla la sua angoscia, resa visibile solo dal gonfiore degli occhi. Gli elementi naturali sono "de-naturatì": la pioggia asciuga e inaridisce; l'acqua è invocata non come lavacro di purificazione, ma, oseremmo dire, come escavatrice ed anche il sole non è che polvere scottante negli occhi in granelli di tortura; le ali, remi per il volo, sono cucite. Tutto è precluso, eppure in quel bozzolo batte un cuore che sogna lembi di cielo. Lo splendido chiasmo finale "mondo di cieche bisce che non sa del colore e del volo" è una condanna "della morsa dell'inerzia" e una netta rivendicazione della propria identità e delle proprie aspirazioni.

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Istituto Magistrale Statale "G. De Nobili"
Catanzaro

L'Istituto Magistrale "Giovanna De Nobili" nasce come "Scuola normale per le aspiranti maestre", istituita con RD 19.4.1863, nell'a.s. 1863/64 con sede presso il Conservatorio di Santa Maria della Stella. Nel 1898 questa scuola venne ufficialmente intitolata a Giovanna De Nobili, poetessa catanzarese figlia del barone Felice, nata nel 1775 e morta nel 1847. A questa scuola per maestre si aggiunge nel 1902 la "scuola normale maschile", intitolata ad Antonio Iannone. In seguito alla riforma Gentile nel 1923 le due scuole verranno unificate. La sede attuale dell'Istituto è stata inaugurata nell'anno scolastico 1940/41. La necessità, sentita da Presidi e docenti, di ristrutturare l'offerta formativa per realizzare un corso di studi moderni, che apre maggiori possibilità di preparazione e lavoro ed un più fattivo inserimento nell'Europa, porta alla attuazione, dall'anno scolastico 1991/92, di due tipi di sperimentazioni, sulla base dei programma Brocca, uno ad indirizzo "Linguistico" l'altro ad indirizzo "Sociopsicopedagogico", che hanno affiancato il corso tradizionale fino alla sua soppressione a partire dall'anno scolastico 1998/1999.

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Indice delle Poesie 2004
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